Gli Habitat robotici di Noumena con robot stampati in 3D esplorano l’evoluzione dell’intelligenza artificiale
Noumena , un innovativo gruppo di ingegneri, designer e architetti catalani con sede a Barcellona, sta studiando come l’intelligenza artificiale ei robot potrebbero evolvere e sopravvivere nel nostro mondo attraverso una recente installazione (parzialmente stampata in 3D) chiamata “Habitat robotici”.
La mostra, che è attualmente presentata in occasione della Tallinn Architecture Biennale (TAB) 2017 in Estonia, illumina una realtà futura in cui gli esseri umani e le forme di intelligenza artificiale convivono e prosperano. In questo scenario, i robot IA sono evoluti per sopravvivere senza competere con le risorse necessarie all’esistenza umana. Questi robot autosufficienti assomigliano moltissimo agli insetti.
“L’IA tenterà di migliorare il suo funzionamento circostante non solo per sopravvivere ma anche per autosostenersi, formando la base di una civiltà vincolata all’incrocio tra natura e tecnologia”, ha spiegato Noumena. “Questi organismi robotici emergenti cominceranno a manipolare [il loro] ambiente, a elaborare risorse e a modellare nuovi habitat attraverso associazioni simbiotiche tra gli elementi in esso contenuti”.
In altre parole, i robot IA di “Habitat robotici” hanno creato la propria società, per così dire, e si sono evoluti in modo che ogni tipo di robot possa completare un compito specifico. Stanno tutti lavorando insieme in un mondo ibrido di tecnologia naturale per sopravvivere al fianco degli umani.
Comprensibilmente, l’installazione su TAB non cattura completamente questa narrazione, anche se illustra l’idea in modo creativo e coinvolgente.
Per la mostra, Noumena ha creato una serie di robot che integrano componenti sia artificiali che organici. I piccoli rover, che sembrano una sorta di insetti alieni sgusciati, sono alimentati da motori DC, una scheda madre Arduino e un sistema di sensori di movimento Kinect che aiuta a guidarli.
I gusci scanalati dei robot, costituiti da diverse sezioni stampate in 3D, svolgono molteplici funzioni. In primo luogo, il carapace esterno protegge l’elettronica all’interno del robot e, in secondo luogo, funge da “substrato per la crescita batterica”, che consente effettivamente ai robot di crescere.
Sul retro del guscio del robot è visibile una sorta di colonna vertebrale che contiene un sistema di iniezione che viene utilizzato per rilasciare una miscela di micelio (un batterio derivato da funghi) nell’ambiente del robot. Il componente spinale stesso consiste in una pompa peristaltica e una siringa contenente il micelio.
Nella mostra, i robot stampati in 3D sono posizionati all’interno di un terreno di 5 x 5 metri pieno di sabbia, dove vagano e depositano i batteri del micelio.
Noumena descrive l’effetto: “Come risultato di questa operazione la sabbia si aggrega attorno alla miscela, generando una rete non uniforme di linee e batteri, dando forma a un nuovo paesaggio articolato manipolato roboticamente. La sovrapposizione di più tracce depositate nel tempo e diffuse nello spazio consente l’emergere di un ecosistema complesso nascosto nel terreno. Un habitat robotico sta crescendo. ”
Infine, vi è un set-up di tre colonne che sono lì per raccogliere i nutrienti depositati dai robot nella sabbia e generare nuovi rover AI. L’installazione intende evocare il senso di un robot completamente autonomo / mondo ibrido organico.
In definitiva, Robotic Habitat è stato concepito e creato per generare una discussione sul ruolo dell’IA nel nostro mondo. Evidentemente, Noumena crede che questo futuro potrebbe sembrare meno simile a me, Robot ed essere più un’esistenza simbiotica.