L’Australia ha raggiunto un importante traguardo nel campo della tecnologia spaziale con il lancio riuscito del suo primo satellite scientifico in oltre vent’anni, grazie all’adozione della produzione additiva.

Il nanosatellite SpIRIT (Space Industry Responsive Intelligent Thermal), gestito dall’Università di Melbourne con il sostegno dell’Agenzia spaziale australiana, è il risultato di una collaborazione tra l’Australia, l’Agenzia spaziale italiana e diverse piccole e medie imprese australiane, tra cui l’azienda di stampa 3D in metallo Titomic.

La tecnologia di produzione additiva a spruzzo freddo di Titomic, con sede a Melbourne, è stata utilizzata per creare il sistema di gestione termica del satellite. Questo sistema presenta un design bimetallico per il radiatore termico, realizzato tramite spruzzatura a freddo di rame puro utilizzando il sistema TKF 1000 di Titomic e rivestito con nastro a specchio su un lato. Questo design ottimizza l’efficienza termica, consentendo al satellite di ospitare strumenti sensibili al calore che altrimenti sarebbero riservati ai satelliti di dimensioni maggiori. Titomic ha sviluppato un particolare modello di spruzzatura a forma di uccello per il radiatore, migliorando notevolmente le prestazioni termiche complessive del satellite.

Herbert Koeck, CEO di Titomic, ha sottolineato l’importanza dei pannelli radianti ad alta efficienza per il funzionamento del satellite, definendoli “fondamentali”.

Questo successo segue l’adozione della tecnologia di produzione additiva di Titomic da parte di altre aziende aerospaziali e spaziali, tra cui Airbus, Gilmour Space e Ascent Aerospace.

Il nanosatellite SpIRIT è stato lanciato il 2 dicembre dalla base spaziale di Vandenberg in California a bordo del razzo SpaceX Falcon 9. Questo satellite è equipaggiato con pannelli solari, radiatori termici, telecamere, sistemi di guida, un propulsore di propulsione elettrica e computer, nell’ambito di una missione biennale volta a monitorare le emissioni di raggi X e gamma nello spazio. SpIRIT lavorerà in collaborazione con il gruppo di satelliti modulari rapidi ad alta energia (HERMES). Una volta completata la missione, il satellite farà ritorno sulla Terra e verrà disintegrato durante il rientro atmosferico.

La stampa 3D sta diventando sempre più rilevante nell’esplorazione spaziale, con aziende come Ursa Major che raccolgono finanziamenti significativi per la tecnologia di propulsione a razzo stampata in 3D e progetti di stampa 3D di componenti per razzi da parte di aziende come Bright Laser Technologies e Ariane Group. Relativity Space ha inoltre lanciato con successo il suo razzo Terran 1, realizzato principalmente con produzione additiva, segnando un passo importante nell’industria aerospaziale.

foto titomic

Di Fantasy

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