Progetto Exo-biote che dà vita a una serie di soft robot stampati in 3d
Arte e Scienza sono diventati un unicum in un progetto di stampa 3D nato dalla collaborazione tra Le Fresnoy, lo Studio nazionale francese per le arti contemporanee, e l’INRIA, il National Institute for Computer Science and Applied Mathematic. Hanno insieme prodotto lo Exo-biote, l’installazione sperimentale che porta alla ‘vita’ delle morbide sculture robotiche stampate in 3d che imitano i modelli di respirazione naturale, cioè si gonfiano e sgonfiano regolarmente come se fossero parte di un unico, organismo vivente.
L’Exo-biote è stato costruita dallo studente di scultura Jonathan Pepe di Le Fresnoy, con la cooperazione tecnologica da parte del team INRIA DEFROST ( che sta per deformable robotic software) , dedicato alla ricerca proprio a questa branca della -i.e. dei soft robot ( il soft robot è un nuovo campo della robotica e l’idea è di creare tutte le componenti del robot morbide e flessibili al fine di muoversi in spazi molto limitati e con la possibilità di variare facilmente le andature . Questo campo è ispirato da animali come il polpo o le stelle marine. Uno dei primi soft robot è stato sviluppato presso la Harvard University e si è ispirato alle stelle marine. ).
Il Dipartimento di Scienze e della cultura visiva (SCV) a Imaginarium ha contribuito anche con una stampante 3D e con degli specialisti della ricerca di stampa 3D, mentre il supporto è stato fornito dalla Neuflize OBC bank.
L’installazione, realizzata a metà del 2015, si compone di diverse sculture stampate in 3d dalla forma organica che ‘respirano’ e ‘Pulsano’ all’interno di una vetrina. Alcune vagamente assomigliano all’ intestino o a dei tentacoli, mentre altri sono quasi del tutto astratti.
“Questi oggetti ibridi si gonfiano con l’aria e sembrano essere vivi, in grado di respirare. Queste componenti sono parte di un tutto, appartengono allo stesso corpo “, spiegato Pepe. “Una coreografia spasmodica conduce lo spettatore in un viaggio interiore …. È come se gli oggetti qui presentati fossero materie prime, oggetti pronti per l’uso, degli organi surrogati prodotti in serie “.
L’era della Human-Computer Interaction (HCI), con i robot che stanno diventando sempre più comuni nella nostra vita quotidiana, migliorando il nostro rapporto con queste macchine rendendoli più accessibili, adattabili, funzionali e sicuri, sarà di fondamentale importanza . L’area di ricerca dei soft robot risponde proprio a queste domande, e la tecnologia di stampa 3D ha già permesso grandi progressi.
I ricercatori hanno finora dimostrato la possibilità di incorporare le funzioni naturali di organismi biologici, come il movimento flessibile e la sensibilità alla pressione, in creazioni robotiche per la stampa 3D con materiali elastomerici disponibili sul mercato consumer.
Le domande di soft robot stampati in 3d vanno dalle più sicure e più naturali protesi, passano per le pinze industriali, fino agli organi umani come dimostrato dal cuore stampato in 3D fatto di gomma piuma elastomerica.
Per il progetto Exo-biote, tuttavia, l’intenzione principale degli artisti è stata quello di esplorare l’intersezione tra arte e tecnologia emergente e di inventare una “tipologia di possibili forme e movimenti” per i soft robot del futuro. Il progetto è stato anche un’occasione unica per riunire i campi ” divergenti dell’arte e della scienza, che sono spesso viste come discipline completamente differenti, ma che possono beneficiare l’una dall’altro.
“Fino ad ora, abbiamo esplorato solo gli aspetti tecnici della robotica”, ha detto Mario Sanz, un ingegnere di Lille membro del team di DEFROST : “con questa creazione, saremo in grado, per la prima volta per avere un assaggio dell’aspetto estetico, delle sensazioni e delle impressioni che suscita la presenza di questi robot negli esseri umani.”
“Per una tecnologia emergente, come la robotica reshapable, le possibili applicazioni stanno diventando un parco giochi per gli artisti ma allo stesso tempo aprono percorsi di ricerca e sviluppo, per non parlare delle sfide industriali e commerciali. Inoltre, si tratta di una collaborazione che avvantaggia entrambe le parti in termini di visibilità, di valore aggiunto e di comunicazione “, ha proseguito Sanz.
Il progetto artistico, Exo-biote richiama l’attenzione sul settore emergente dei soft robot e delle sue possibilità estetiche. Come un progetto di ricerca tecnologica, tuttavia, Exo-biote rivela le potenzialità della tecnologia di stampa 3D per creare dei robot “organici”. Questi soft robot stampati in 3d imitano e incarnano organismi naturali, e giocheranno un ruolo innegabilmente forte nel plasmare il futuro della Human-Computer Interaction.
Exo-Biote faceva parte della mostra Panorama 17 di Le Fresnoy, un simposio creativo annuale che si tiene tra il settembre 2015 e il gennaio 2016, con più di 50 opere in mostra che coprono il campo della creazione artistica contemporanea. Il tema del simposio Panorama 2015/16 è stato “Tecnicamente dolce”, e focalizzata su opere che mettono in discussione il rapporto tra il corpo e la tecnica.