istituto bosco chiesanuovaStampante 3D, rivoluzione in classe
C’è anche il laboratorio di robotica nel quale i ragazzi, col computer, imparano i segreti dell’automazione

Cambiano i dirigenti scolastici, gli insegnanti, gli alunni, ma l’Istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova, che conta anche le scuole di Roverè, Velo e Cerro, resta all’avanguardia per innovazione, didattica con le nuove tecnologie e laboratori di primissimo piano.
Dopo essere stato il primo, con il preside Donato De Silvestri, a dotarsi di lavagne interattive multimediali (Lim) e aver fornito gratuitamente a ogni studente notebook per seguire le lezioni e connettersi con la scuola anche da casa, meritandosi di essere inserita dal ministero dell’Istruzione come prima fra le quattro scuole venete che hanno superato la selezione di scuola digitale, con la nuova dirigente scolastica Stefania Be, ha fatto un ulteriore salto di qualità realizzando due laboratori tecnologicamente avanzati: uno di stampa tridimensionale e l’altro di robotica.
Grazie all’importante contributo della Cassa rurale Bassa Vallagarina, l’istituto di Bosco si è dotato, primo in Italia, di una stampante a tre dimensioni. Gli insegnanti di scienze tecnologiche, Diego Grazioli, Marco Lonardi ed Emanuele Miliani, hanno fatto il corso di formazione per il suo uso e la didattica, sono andati ad acquistarla da Powerwasp, ditta emiliana che l’ha pensata e costruita interamente in Italia, e hanno impostato le lezioni con i ragazzi che nei giorni scorsi hanno dato dimostrazione del livello di preparazione a cui sono arrivati.
Utilizzando programmi open source, cioè liberamente scaricabili da internet e di utilizzo gratuito, hanno mostrato come siano in grado di disegnare sugli assi cartesiani figure geometriche anche complesse e di chiedere alla stampante di darle forma. Sono nati così braccialetti, adesivi, fischietti, pupazzetti di cui i giovanissimi studenti sanno fornire la complessa struttura geometrica di punti e linee per impostare il lavoro della stampante che è anche fresa e può quindi lavorare per sovrapposizione e sottrazione di materiale, creando oggetti che sono, secondo la definizione di Miliani, «il risultato della terza rivoluzione industriale, che riprende un artigianato ritenuto scomparso ma che invece si ripresenta arricchito di tecnologia». Il materiale utilizzato per le creazioni è a base di acido polilattico (Pla), derivato dall’amido di mais e totalmente riciclabile, o di nylon.
I ragazzi si sono messi all’opera, dimostrando che qualsiasi oggetto in plastica, legno, alluminio o rame, dalla cover di un cellulare al pezzo di ricambio di un frullatore, può essere sostituito o restaurato.
Un altro gruppo ha dato prova di abilità nel laboratorio di robotica, «dimostrando capacità intuitive di cui io stesso mi sono meravigliato», ha anticipato Miliani. Anche qui, scaricando programmi gratuiti ma che nulla hanno da invidiare a quelli usati nell’industria per l’automazione, ragazzi e ragazze, ricevuto dall’insegnante un problema, lo risolvono costruendo il programma al computer che fa muovere il piccolo robot realizzato con pezzi forniti in kit di montaggio dalla Lego. Hanno fatto vedere come abbiano impostato il programma per affidare al robot il compito di raggiungere un oggetto secondo un percorso definito, ad arrestarsi o aggirarlo quando lo abbia raggiunto.
«Il nostro obiettivo», ha anticipato Miliani, «è di superare il test per partecipare alla Lego League, concorso di robotica educativa riservato a bambini e adolescenti fra 9 e 16 anni: quest’anno il tema assegnato è quello delle calamità naturali: vi partecipano più di 20mila team da 70 diversi paesi del mondo».
«E’ motivo di vanto e orgoglio quanto di importante e unico la scuola sta facendo», ha commentato la dirigente Stefania Be, «per restare al passo con i tempi e aperta alla ricerca. Merito di De Silvestri che ha dato questa impostazione alla scuola, degli insegnanti che lo hanno seguito e degli alunni che dimostrano di seguire con passione quanto anticipa il loro futuro nella società e nel lavoro».
Mauro Bona, dirigente della Cassa rurale Bassa Vallagarina ha ricordato che da qualche anno l’istituto di credito sostiene volentieri questi progetti che vanno nel solco dell’innovazione e della modernità, perché l’istituto comprensivo di Bosco ha dimostrato di saper primeggiare a livello nazionale in questo settore della didattica».
Vittorio Zambaldo da larena.it

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