Il bello di una tecnologia nascente è l’enore varietà di propste e protagonisti in un momento in cui il businee e il marketing non hanno ancora preso il sopravvento
Coobot, da un garage al futuro
la stampante 3D made in Parma
Davide Scaccaglia e Francesco Soncini, 28enni langhiranesi appassionati di tecnologia, hanno progettato e costruito un robot che realizza oggetti in bioplastica. Il team 3DPR ha già partecipato con successo alla fiera Mecspe
Coobot, da un garage al futuro la stampante 3D made in Parma Il mondo si cambia a partire dai garage. Prendete cervelli giovani, prendete un’idea, prendete qualche mese di duro studio, informazioni open source e non poca manualità e voilà, avrete la tecnologia del futuro nel sottoscala. Come una stampante 3D solida ed efficiente, nel caso di Davide Scaccaglia e Francesco Soncini.
Ventotto anni, langhiranesi, appassionati di informatica e di progettazione, i due ragazzi sono stati i primi nel parmense a ideare e a costruire dallo zero una stampante che realizza oggetti in bioplastica. E che nulla ha da invidiare a quelle già presenti sul mercato italiano. Perché, anche se oggi la stampa in 3D sta vivendo un boom di richieste e di interesse, le realtà che progettano e sviluppano questi macchinari in Italia si contano sulle dita di una mano. Tra questi si può ora inserire a buon titolo il “3DPR”. Così hanno battezzato il loro team i due amici inventori di “Coobot”, la prima stampante 3D made in Parma.
Tutto inizia la primavera dello scorso anno quando Davide Scaccaglia, informatico esperto di programmazione per l’automazione e sistemista di una ditta di stampanti tradizionali, partecipa a una fiera a Milano. Lì avviene l’incontro ravvicinato con un apparecchio che sforna oggetti in tre dimensioni. L’idea gli piace molto, ma l’esecuzione gli appare un po’ “traballante”.
Gli si accende una lampadina: si può fare. Davide coinvolge Francesco Soncini, architetto e laureando in ingegneria civile, con cui ha già costruito un razzo. I due amici decidono di cimentarsi in qualcosa di più impegnativo e di più utile. E parte la joint venture.
Con la consulenza del padre di Davide, meccanico, i ragazzi passano i primi mesi a sviluppare il prototipo in un garage di Langhirano. Studiano tutto il materiale open source sulla stampa 3D presente online. Investono sui materiali elettronici, progettano la meccanica, disegnano. Pensano ad ogni cosa, dall’assemblaggio delle componenti alla costruzione del supporto in alluminio tagliato al laser. Per Natale, Coobot è pronta.
E’ una stampante 3D solida ma trasportabile senza fatica, capace di costruire in tempo reale oggetti in Pla, una plastica derivata dal mais e dalle patate biodegradabile, economica, atossica e disponibile in vari colori. Sotto il braccio meccanico che si muove in tre direzioni “sparando” il materiale bioplastico come fosse colla a caldo gli oggetti prendono forma: vasi, ranocchie, il modellino di un prosciutto di Parma. Ma anche ingranaggi perfettamente funzionanti. Perché Coobot? Di fatto, la stampante del 3DPR è un robot a forma di cubo.
“Facciamo parte del movimento ‘makers’, il nuovo artigianato degli smanettoni – spiega Davide – insieme all’officina di coworking On/Off abbiamo portato la nostra stampante 3D all’ultima edizione di Mecspe, il salone internazionale delle tecnologie per l’innovazione alle Fiere di Parma, dove ha riscosso un buon successo”. Il team 3DPR partecipa al progetto FabLab promosso da On/Off, che sta cercando di riunire tutti gli appassionati di hobbystica e nuove tecnologie per realizzare a Parma un laboratorio ad accesso libero in cui gli inventori troveranno le apparecchiature per mandare avanti i propri progetti. Il movimento, nato negli Stati Uniti, è già presente in tutta Italia.
Coobot però non è destinata a rimanere solo un hobby. I ragazzi vorrebbero costruirne altre da immettere sul mercato. Le applicazioni sono innumerevoli: “Sono tante le aziende che hanno bisogno di prototipi tridimensionali e decidono di investire nell’acquisto di una stampante 3D – dice Davide – noi ci rivolgiamo a chi magari vuole spendere un po’ di più per un macchinario solido, destinato a durare nel tempo”.
Se già adesso la stampa 3D è sulla cresta dell’onda, il prossimo passo è la diffusione di massa: “Credo che il vero boom ci sarà quando in tanti impareranno a disegnare da sé i modelli da stampare – spiega Francesco – allora davvero ognuno potrà prodursi quello che gli viene in mente a casa propria. E’ possibile fare molte cose, se si rispettano le modalità di funzionamento della stampante 3D”.
Un’applicazione davvero innovativa Coobot l’ha già trovata: realizza modelli di presidi ortopedici grazie alle scansioni degli arti, evitando ai pazienti lunghe sedute immobili per creare i calchi in gesso. Insomma, dal garage alla conquista del futuro.
di MARIA CHIARA PERRI da repubblica.it