Un’impresa cilena trasforma la chirurgia ricostruttiva in America Latina
Nel panorama della tecnologia medica, ArcomedLab si è affermata come protagonista nella produzione di impianti craniofacciali tramite stampa 3D. Fondata dal chirurgo protesista Ilan Rosenberg, l’azienda ha sede a Santiago del Cile e collabora con centri ospedalieri pubblici e privati in diversi Paesi dell’America Latina. In sette anni di attività, ArcomedLab ha realizzato oltre 800 impianti personalizzati per pazienti colpiti da traumi, neoplasie, malformazioni congenite o esiti di ictus, offrendo un livello di cura fino a pochi anni fa disponibile soltanto nei grandi centri chirurgici statunitensi ed europei.
Dalla formazione italiana alla missione latinoamericana
Ilan Rosenberg ha compiuto i suoi studi specialistici a Firenze, dove ha approfondito tecniche di protesi maxillofacciale e sperimentato per la prima volta la stampa 3D applicata alla medicina. Tornato in Cile nel 2013, ha gestito un laboratorio odontotecnico fino al 2018, anno in cui è cresciuto il numero di pazienti con lesioni complesse al cranio e al volto. Di fronte ai limiti delle soluzioni tradizionali – tempi di attesa prolungati, costi elevati e necessità di importare impianti – Rosenberg ha deciso di fondare ArcomedLab, con l’obiettivo di offrire prodotti concorrenziali e servizi rapidi direttamente sul territorio latinoamericano.
Il ruolo del PEEK e i vantaggi rispetto al titanio
Al centro dell’innovazione di ArcomedLab c’è il PEEK (polieter-etere-chetone), biopolimero già adottato da grandi aziende come Johnson & Johnson, Stryker e Zimmer, tradizionalmente lavorato tramite fresatura CNC. A differenza dei blocchi di titanio, il PEEK si distingue per:
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Peso ridotto: la densità inferiore permette di alleggerire l’impianto fino al 30%, agevolando la riabilitazione post-operatoria.
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Elasticità: il modulo di Young simile a quello dell’osso umano evita fenomeni di stress shielding, che indeboliscono la struttura ossea circostante.
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Biocompatibilità: assenza di reazioni avverse e ridotto rischio di allergie, con tolleranza confermata da studi internazionali.
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Isolamento termico: il PEEK non conduce calore come il metallo, migliorando il comfort del paziente.
ArcomedLab ha scelto la stampa 3D a letto di polvere per realizzare impianti a geometria complessa, dotati di struttura interna trabecolare che imita l’osso spugnoso. Questo approccio additivo consente di variare spessori, densità e porosità in base alle specifiche esigenze anatomiche, ottenendo pezzi near-net-shape con spreco di materiale ridotto.
Workflow interno e standard di qualità
Tutta la filiera produttiva è gestita internamente nello stabilimento cileno, dove un cleanroom da oltre 60 m² soddisfa i requisiti ISO 13485 per dispositivi medici. ArcomedLab ha sviluppato sia l’hardware – modificando stampanti commerciali – sia il software di controllo, garantendo tracciabilità completa dei processi. Dopo la scansione 3D del cranio del paziente, il team di ingegneri progetta l’impianto in CAD, sottoponendo il progetto a simulazioni di resistenza e adattabilità. Il componente viene poi stampato in PA-PEEK alimentare, sottoposto a trattamenti termici e controlli non distruttivi (CT e ultrasuoni) prima di ricevere l’approvazione chirurgica.
Innovazione terapeutica: rilascio controllato di farmaci
Fra le soluzioni sviluppate spicca il Droplet Drug Release System, meccanismo brevettato che integra nel PEEK una piccola camera interna per la somministrazione locale di antibiotici fino a una settimana dopo l’intervento. L’idea nasce dal confronto con neurochirurghi, che segnalavano l’impossibilità di erogare farmaci direttamente sull’area operata senza ricorrere a cateteri esterni. Ispirandosi ai sistemi di irrigazione goccia a goccia utilizzati in agricoltura, il team ha ideato microcanali di rilascio per gravità, eliminando pompe e tubicini aggiuntivi.
Diffusione regionale e licenze internazionali
ArcomedLab ha già rifornito strutture in Cile, Messico, Colombia e Perù, sia nel settore pubblico sia privato. La prima partnership in ambito privato è stata con la Clínica MEDS di Santiago, che oggi dispone di un Point-of-Care Lab per la stampa in loco degli impianti. Segue un laboratorio pilota in Colombia e un progetto in fase di avvio in Messico. Ospedali da Israele a Svizzera hanno richiesto licenze per replicare il processo produttivo, riconoscendo il valore delle tecnologie brevettate.
Prospettive di crescita e nuove applicazioni
L’azienda sta estendendo il catalogo impianti verso sterni, vertebre e protesi di arti, con un focus sulla manutenzione da remoto dei hub ospedalieri grazie a sistemi IoT che monitorano parametri di stampa e temperature. È in corso la procedura di approvazione FDA negli Stati Uniti, tuttavia il team mantiene l’attenzione sull’America Latina, con l’obiettivo di creare un’eccellenza esportabile ma radicata nel contesto locale.
Un modello imprenditoriale basato sul territorio
La strategia di Ilan Rosenberg punta a dimostrare che l’innovazione di livello mondiale può nascere e svilupparsi in Cile, rispondendo alle esigenze di un mercato spesso trascurato. Grazie alla riduzione dei costi produttivi e alla capacità di personalizzazione rapida, ArcomedLab offre un’alternativa sostenibile rispetto ai processi tradizionali, creando al contempo competenze tecnologiche e posti di lavoro qualificati nella regione.
