Anche la tecnologia italiana come sempre ha leadershp importanti, niente da invidiare a quattro ragazzetti delle università americane

Holey, la Startup Italiana che dice Addio al Gesso Tradizionale

Virginia FerragutiNon solo app e digital. L’innovazione disruptive sbarca anche in medicina, grazie alle tecnologie che oggi abbiamo a disposizione: si pensi ad Internet of Things (IoT), ai wearable device, alla stampa 3D. L’innovazione può cambiare e migliorare le nostre vite. In un affascinante connubio, che è il medtech, medicina e tecnologia si incontrano con il mondo delle startup, sposano l’innovazione e propongono nuove soluzioni a problemi e malattie che attanagliano la salute umana.
L’interesse per la ricerca medica non è secondario nemmeno per  Google, rivelatosi un attore importante nella lotta contro il cancro. Il gigante di Mountain View infatti, ha depositato il brevetto di un dispositivo indossabile in grado di rilevare la presenza di cellule tumorali nel sangue.
Il report annuale di EvaluateMedTech rivela che il mercato globale del medtech è destinato a crescere del 5% ogni anno (CAGR) entro il 2020, raggiungendo un fatturato di 514$ miliardi nel 2020.

Noi di Smartweek abbiamo intervistato Virginia Ferraguti, COO & co-founder di Holey, startup che al momento sta partecipando all’edizione 2015 di Innovaction Lab. Il team di Holey crede fortemente che l’utilizzo della stampa 3D in medicina sia il futuro e vuole contribuire a rivoluzionare questo ambito. Holey opera nel campo ortopedico; in particolare, nella progettazione e realizzazione di prodotti ortopedici mediante l’uso di scansione e stampa 3d. Grazie alle tecnologie proprietarie ed all’utilizzo di tecnologie innovative, l’azienda è in grado di sviluppare gessi funzionali e tutori anatomicamente fedeli all’arto del paziente, garantendo un processo di guarigione più confortevole ed esteticamente meno invadente. L’obiettivo è quello di sostituire il tradizionale gesso con un esoscheletro stampato in 3D e che sia leggero, traspirante e water-friendly.

– Virginia, Come é nata l’idea?

L’idea è nata nell’ambito di Innovaction Lab:  un programma gratuito che fornisce importanti basi per l’imprenditorialità e soprattutto permette di portare la propria idea davanti agli investitori. Quest’anno la ”finale” si terrà a Firenze, alla WWW Conference, dove ad ascoltarci ci saranno personaggi veramente di un certo livello. In generale si tratta di un vero tour de force che implica un alto coinvolgimento emotivo da parte dei partecipanti.

Chi sono i componenti del team?

Anche il nostro team si è formato grazie ad Innovaction Lab: ci siamo trovati molto bene insieme e da subito abbiamo iniziato a lavorare con entusiasmo e passione per dar vita al progetto Holey.
Gabriel Scozzarro, nostro CEO, ingegnere medico che ha lavorato per tre anni come research assistant presso la Vanderbilt University; Tommaso Politano, cura l’aspetto di marketing; Francesco Leacche, laureato informatico, sviluppatore del software di Holey; ed io che mi occupo della parte concernente comunicazione e pubbliche relazioni.
Esternamente ad Innovaction lab si sono aggiunti: Mattia Antinucci, laureando in tecniche ortopediche; Edoardo Previti, responsabile della parte financial; Roberto de Ioris, informatico con una decennale esperienza come sviluppatore.

Qual é la vostra mission?

Per parlare della nostra mission forse è prima il caso di parlare di quella che è la vision: questo risponde anche alla domanda sull’importanza della tecnologia in ambito medico. Le tecnologie di stampa tridimensionali sono potenzialmente gli strumenti più rivoluzionari al servizio della medicina, in linea di tempo l’ultimo esempio è l’impianto di un modello di trachea realizzato appunto con la stampante 3D. Posso affermare con sicurezza che entro i prossimi 10 anni ogni ospedale avrà un reparto tecnico dedicato. Vogliamo immergerci in questo mare partendo dal campo ortopedico. La sostituzione del gesso tradizionale è solo la punta dell’iceberg: basti pensare a quanti benefici potrebbe apportare la stampa 3D nella realizzazione delle protesi. Dando un’occhiata alla pagina Facebook di Medicina Startup è possibile notare quante applicazioni differenti può avere questo tipo di tecnologia in ambito medico.

Come intendete strutturare il revenue model?

Ci indirizzeremo in primo luogo alle cliniche, per ragioni logistiche, e guadagneremo con una percentuale su ogni pezzo venduto.

Quali sono i prossimi obiettivi e la vostra road map dopo Innovaction lab?

Premettendo che ci stiamo muovendo in diverse direzioni per trovare i fondi giusti, da qui a Settembre saremo impegnati con lo sviluppo del software e con azioni di marketing volte a far conoscere il nostro prodotto. A Settembre inizieremo lo studio clinico con il professor Dario Perugia (personalità importante in ambito ortopedico) all’Ospedale Sant’ Andrea di Roma: testeremo Holey su un minimo di 100 pazienti. Concluso lo studio, a Marzo 2016 ci dovremo organizzare con certificazioni e permessi, a partire dal marchio CE. In questo modo per Aprile dello stesso anno saremo pronti ad entrare sul mercato.

Abbiamo concluso partnership importanti: in primo luogo con ”2be3d’’, ovvero la società che si occuperà dell’aspetto della produzione. Abbiamo un accordo con l’AS Roma Nuoto, infatti nostri potenziali clienti sono proprio gli sportivi:  Holey permetterebbe loro in caso di infortuni di non fermare la loro attività completamente, ma di poter continuare ad allenarsi grazie alla leggerezza e alla traspirabilità del prodotto. Entro questa settimana concluderemo anche l’accordo con una clinica pediatrica: anche i bambini sono nostri potenziali early adopters in quanto il nostro dispositivo è completamente personalizzabile ed in questo modo potrebbero vivere l’esperienza della frattura, che di per sé non è felice, in modo più leggero e divertente.

di Federico Giovanni Rega  da smartweek.it

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