In gergo tecnico si chiama unmanned aherial vehicle (Uam). Più colloquialmente, è un drone di un metro e mezzo messo a punto dagli ingegneri dell’Advanced Manufacturing Research Centre (Amrc) alla University of Sheffield: la sua particolarità è che è stato stampato in 3D grazie a una nuova tecnica sviluppata dagli scienziati britannici, chiamata fused deposition modelling.
Le versioni attualmente in produzione, spiegano gli autori della ricerca, richiedono quantità significative di materiali di supporto attorno ai componenti per impedirne la deformazione durante il processo di stampa, il che comporta un aumento considerevole in termini di costi e tempo di realizzazione. La nuova tecnica, che permette di depositare con più precisione gli strati di materiali – e che potrebbe presto essere utilizzata anche nella creazione di altri prodotti – permette di superare con successo il limite precedente.
Il prototipo costruito dagli scienziati, lungo un metro e mezzo e dal peso di 2 chili, ha già completato il primo volo di prova senza motore, come aliante. I ricercatori stanno ora sperimentando un sistema elettrico di propulsione che sarà presto incorporato nel corpo centrale del drone: “Vorremmo inserirvi anche degli alettoni e un sistema per registrare i dati di volo”, spiega Garth Nicholson, che ha diretto il progetto. “oltre a un dispositivo per il controllo remoto e un modulo Gps”
di Sandro Iannaccone da galileonet.it