Replicator 2x
Svelata all’ultimo CES di Las Vegas, è un po’ l’ammiraglia dell’intero settore, nonché la battistrada per storia e assetto complessivo. Rispetto alla precedente Replicator 2 fa un salto sia esteticamente che per caratteristiche: 100 micron di risoluzione, sfoggia un volume di stampa più ampio (25x15x15 centimetri, il meno cubico delle stampanti fin qui presentate) e il doppio ugello le consente un sacco di manovra in più. Non solo stampa in due colori, ma stampa anche due oggetti uguali contemporaneamente e fa uso di plastiche come ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene) e PLA (la cosiddetta bioplastica) di densità diverse per realizzare strati e livelli più raffinati. Il problema è l’attesa e il costo: dal momento dell’ordine, c’è da aspettare un paio di mesi. Si può trovare sul negozio ufficiale online – se non hai la fortuna di visitare il nuovissimo store newyorkese della Makerbot – sganciando subito circa duemila euro. La classe si paga.
Wired: hai la Ferrari delle stampanti 3D
Tired: costa (ancora) troppo