I ricercatori della Lancaster University hanno fatto un passo avanti nella stampa 3D di materiali per l’elettronica medica utilizzando il polipirrolo polimerico conduttore. Questo nuovo processo di stampa 3D è il primo del suo genere e potrebbe potenzialmente essere utilizzato per impiantare o riparare dispositivi medici durante le procedure chirurgiche.

Il team ha dimostrato la fattibilità della stampa in 3D delle strutture elettriche su o negli organismi viventi, testando i nematodi. Una volta che il processo è completamente sviluppato, il team crede che questa tecnologia possa essere utilizzata per stampare impianti specifici per paziente per monitorare la salute in tempo reale e per interventi medici come il trattamento dell’epilessia o dolore.

Il Dr. John Hardy, Senior Lecturer in Materials Chemistry presso la Lancaster University e uno degli autori principali dello studio, ha affermato che questo approccio potrebbe trasformare la produzione di elettronica 3D complessa per applicazioni tecniche e mediche, e rivoluzionare il modo in cui impiantiamo e ripariamo i dispositivi medici.

Il team ha utilizzato un Nanoscribe, una stampante 3D laser ad alta risoluzione, per stampare in 3D un circuito elettrico direttamente all’interno di una matrice di silicone. Il processo utilizzato è chiamato fabbricazione multifotone, noto anche come scrittura laser diretta. Il team ha anche sviluppato un nuovo metodo di imaging 3D presso l’Università di Liverpool che potrebbe essere utilizzato per l’ispezione di qualità offline e in situ monitoraggio del processo.

Il dottor Damian Cummings, coautore dello studio che ha guidato il lavoro di stimolazione cerebrale, ha dichiarato che gli impianti prontamente personalizzati per un’ampia gamma di tessuti offrono un potenziale terapeutico che può essere utilizzato in molti campi di ricerca. Nella seconda fase dello studio, i ricercatori hanno dimostrato la compatibilità dell’intero processo, comprese le formulazioni dell’inchiostro, l’esposizione al laser e la stampa, con gli organismi viventi, stampando in 3D strutture conduttrici direttamente nei vermi nematodi.

Il Dr. Alexandre Benedetto, Senior Lecturer in Biomedicine presso la Lancaster University e un altro autore principale dello studio, ha dichiarato che tale tecnologia potrebbe raggiungere i livelli di risoluzione, sicurezza e comfort richiesti per le applicazioni mediche e apre la strada a innovazioni biomediche molto interessanti.

In sintesi, il team di ricerca della Lancaster University ha dimostrato la fattibilità della stampa in 3D di materiali per l’elettronica medica che potrebbero essere utilizzati per impiantare o riparare dispositivi medici. Questa tecnologia potrebbe trasformare il modo in cui impiantiamo e ripariamo i dispositivi medici e offrire un potenziale terapeutico che può essere utilizzato in molti campi di ricerca.

Stampa 3D di fotoresist in C. elegans vivo (nematodi). Lancaster University

Di Fantasy

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