Oramai ci manca solo pa propulsione a curvatura ……..
Dream, la stampante 3D per creare oggetti con la mente
Una startup cilena è riuscita a creare il primo oggetto tridimensionale progettato usando il pensiero. Per farlo hanno sviluppato un software che permette di interfacciare uomo-macchina-stampante 3D per plasmare modelli 3D con un approccio ispirato all’evoluzione
Questa è la storia di un bambino e del suo sogno a occhi aperti. Fin da piccolo, Brian Salt sognava di poter creare oggetti con la mente. Come tutti i bambini passava le giornate a far correre l’immaginazione, ancora libera dai binari imposti dalla realtà, e immaginava mostri, palazzi caleidoscopici, rampe spaziali, astronavi. Quello che contraddistingue Brian da tutti gli altri bambini, è che anche da adulto lui ha conservato quella passione infantile, anzi, ci si è aggrappato con tanta forza da trasformarla in realtà.
Sembrerebbe una fiaba moderna senza troppo mordente, e invece lo scorso 8 maggio Brian Salt ha indossato un elmetto EEG EmotivEPOC , si è allacciato a un computer e utilizzando un software da lui creato ha assistito alla creazione del primo oggetto progettato con la mente. Tutto ciò non è avvenuto in uno dei tanti caseggiati della Silicon Valley, ma in Cile, nei laboratori cileni della Thinker Thing , più che una startup una fucina di cervelli che negli ultimi anni si è concentrata sullo sviluppo della tecnologia necessaria a polverizzare le barriere tra cervello e computer (tra le altre cose, hanno sviluppato un dispositivo che consente di muovere una zampa di scarafaggio con il pensiero )
“Tutti parlano della rivoluzione della stampa 3D, che consente di creare oggetti tridimensionali a partire da modelli 3D computerizzati” spiega Brian Salt in un prolisso quanto accattivante video “Ma per creare questi modelli 3D ci vuole una persona che abbia un’esperienza pluriennale, e dei software complicati e spesso obsoleti con i quali ci si può mettere anche 5 giorni prima di avere un modello efficace. A Thinker Thing vogliamo che chiunque, giovane o adulto, possa creare modelli 3D di qualsiasi cosa.”
Per riuscire in questa impresa, Salt e gli altri cervelli di Thinker Thing hanno sviluppato un software d’avanguardia, chiamato Dream, che si interfaccia con l’utente (o meglio, con il suo elettroencefalogramma) utilizzando un approccio evolutivo. La “creazione” (le virgolette sono d’obbligo, dato che abbiamo chiamato in causa l’evoluzione) di un oggetto 3D parte da un “seme genetico”, ovvero una forma, uno scheletro, una creatura di partenza che il software si occuperà di “evolvere” andando a modificarne i parametri in fasi progressive. Il compito del “creatore” è quello di indirizzare questo processo evolutivo.
“Utilizziamo un elmetto neurale Epoc per interpretare la risposta emozionale del soggetto ad alcune caratteristiche dell’oggetto sviluppate dal nostro sistema evolutivo. A quel punto possiamo determinare quali caratteristiche vengono privilegiate e utilizzarle per rifinire, attraverso un sistema di selezione naturale, le seguenti fasi evolutive dell’oggetto.”
Utilizzando questo coraggioso sistema, Salt e soci sono riusciti a creare un oggetto costituito da un corpo centrale e da un rudimentale braccio simile allo scheletro di uno pterodattilo. Siamo ancora lontani da una miracolosa stampante 3D in grado di fabbricarti tutto quello che ti passa per la mente, ma l’approccio tentato dalla startup cilena è senz’altro interessante e apre prospettive inesplorate in questo campo.
Per raccogliere fondi, Thinker Thing ha lanciato una campagna di crowdfunding su IndieGoGo, ma anche in questo caso ha scelto un approccio insolito. Invece di limitarsi a chiedere soldi per finanziare il progetto, Thinker Thing ha deciso di organizzare un tour del Cile per portare la sua storia nelle scuole pubbliche. Salt e colleghi hanno deciso che perché il progetto abbia successo, i creatori dei primi oggetti non dovranno essere degli adulti schiacciati dal peso delle responsabilità, ma dei bambini ancora in grado di sognare senza limiti. Chi volesse finanziare l’operazione potrà aggiudicarsi una delle creature partorite dall’immaginazione di questi bambini.
Sembra una delle intramontabili storie di Roald Dahl: il bambino che sognava di realizzare il suo sogno, finisce per volerlo condividere con tutti gli altri bambini.
di Fabio Deotto da panorama.it