Chuck Hull: ‘Così ho inventato la stampante 3D’

“Allora Chuck di cosa volevi parlarmi?” aveva detto il manager, al quale non era molto chiaro quello che gli stava dicendo uno dei suoi ingegneri responsabili delle lampade Uv. Charles “Chuck” Hull, se ne era uscito con questa idea di costruire una macchina che stampava degli oggetti. Erano agli inizi degli anni ottanta, Star Trek era molto di moda nelle sale, e il dirigente non diede molto peso a quelle parole all’epoca. Prima tentò di scoraggiare quel testardo di Chuck, alla fine però accettò un compromesso, l’ingegnere avrebbe lavorato di giorno alle lampade dell’azienda e di notte, anche nei weekend se voleva, si poteva anche dedicare alla sua stampante da fantascienza.

L’idea di Chuck Hull era quella di realizzare oggetti con strati di plastica, incisi da un blocco iniziale e fissati con le lampade a ultravioletti, ma gli mancava la macchina per farlo. Doveva prima costruire questa stampante, assolutamente.

Prima cosa: il codice. Per creare il programma che avrebbe guidato la fresa nel taglio. Poi ha dovuto assemblare l’hardware. Ci sono voluti mesi di tentativi. Alla fine alla fine i macchinari occupavano un intero magazzino. Quella era la prima stampante 3D della storia.

Questa prima tecnica di stampa 3D al quel tempo venne chiamata stereolitografia e i primi prototipi vennero messi in commercio nel 1986, dalla 3D Systems fondata da Hull in California.

Charles “Chuck” Hull, senza immaginarlo, con la sua invenzione, ha dato vita al in tutto il mondo al movimento dei maker e Fablab, i laboratori di fabbricazione digitale. “Mai lo avrei pensato all’epoca” ha spiegato l’inventore, che ora ha 74 anni, all’Ufficio europeo dei brevetti di Berlino, il 17 giugno, dove ha ricevuto il premio alla carriera.

“L’idea mi venne nel 1983 – ha raccontato Hull – Non mi ricordo neanche quanti mesi ci lavorai, quanti tentativi andarono a vuoto”. Poi arrivò giusto, che sta rivoluzionando l’industria manifatturiera con l’artigianato digitale, realizzato con la stampa 3D.

Un esempio, a trent’anni di distanza dall’invenzione di Hull? Un’impresa italiana sta costruendo una grande stampante 3D in grado di costruire case, per aree in via di sviluppo o in situazioni di emergenza, con materiali naturali e che si possono recuperare direttamente sul posto. E pensare che uno dei primi oggetti stampati in 3D era una piccola coppa, che Chuck Hull aveva regalato a sua moglie.

di Martino Galliolo da ilfattoquotidiano.it

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