Anche la ricerca italiana è alla avanguardia nei materiali di stampa 3d :
E’ il caso della Università di Milano Bicocca, con i ricercatori del Dipartimento di Materiali dell’Imperial College, dove hanno creato un materiale composto da silicio e plastica in grado di comportarsi come i tessuti umani. Si tratta comunque di un composto organico anche se sintetico. Siautoripara ed è biocompatibile.
Insomma potremo stampare in 3d un menisco un disco vertebrale e anche far guarire rapidamente una frattura.
Ma il suo uso potrebbe essere rivoluzionario se per esempio scheggiate il vetro stile ragnatela come quando rompete lo schermo del telefonino , bene il nuovo materiale è in grado di autoripararsi.
C’è un video che mostra che il nuovo composto che potremo chiamare biovetro , si può tagliare a metà e poi unendo gli estremi ridiventa un blocco unico perfetto. Senza saldatura e senza l’uso di colla.
«Mai era stato sintetizzato qualcosa di così elastico e insieme così resistente alla pressione e alla trazione», dichiara la professoressa Laura Cipolla, docente di Chimica organica dell’Università di Milano-Bicocca che ha coordinato il gruppo italiano di ricerca. Il nuovo materiale riproduce i tessuti ossei anzi gli migliora.
Continua la Professoressa Cipolla «In termini di applicazioni si apre davvero un mondo, soprattutto a livello biomedico, quello da cui siamo partiti. L’idea è quella di utilizzarlo per migliorare la ricostruzione ossea. Potremo stampare in 3d un supporto da inserire proprio dove c’è il danno. Praticamente riempiremo la frattura con un sostegno biocompatibile, che aiuta la guarigione perché con il tempo le cellule naturali possono colonizzarlo e completare il loro naturale processo di rigenerazione».
«Quella con l’Imperial College – prosegue la ricercatrice – è una collaborazione nata quasi per caso, nel 2012, dopo aver incontrato il gruppo londinese a margine di un convegno. Negli anni abbiamo dovuto fare molti tentativi, perché per ottenere le proprietà che cercavamo dovevamo combinare materiali organici e plastici. Ma è una bella sfida, perché questi due mondi non sono per nulla felici di stare insieme. Era un po’ come combinare l’acqua e l’olio».
Il gruppo di ricerca londinese, è coordinato da Julian Jones, il quale èspecializzato nello sviluppo dei biomateriali ibridi ed è stato il primo al mondo a progettare e produrre un bio-vetro 3D poroso. Nel team inglese è presenta anche Francesca Tallia, una studentessa di dottorato in Materials Science all’Imperial College. Mentre il gruppo di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, è coordinato da Laura Cipolla con Laura Russo,e si occupa, da anni, dell’applicazione della chimica organica e della glicomica nella medicina rigenerativa.