Relativity Space ha compiuto un importante passo avanti nella produzione di razzi utilizzando la tecnologia di stampa 3D. Il razzo Terran 1, che ha debuttato durante un volo di prova chiamato “Good Luck, Have Fun” (GLHF), è stato stampato in gran parte con materiali additivi.

Il razzo ha raggiunto importanti traguardi durante il suo primo lancio, come la sopravvivenza alla fase di massimo stress strutturale, il Max-Q, e la separazione dei suoi due stadi. Tuttavia, non è riuscito a raggiungere l’orbita terrestre.

“Abbiamo raccolto dati sufficienti per dimostrare che è possibile far volare razzi stampati in 3D”, ha dichiarato Arwa Tizani Kelly di Relativity Space durante il webcast di lancio dell’azienda. “Questo dimostrerà essenzialmente la fattibilità dell’utilizzo della tecnologia di produzione additiva per produrre prodotti che volano.”

La società ha già firmato contratti di lancio per clienti per un valore di 1,65 miliardi di dollari. La maggior parte di questi soldi sono destinati ai lanci del Terran R, un razzo più grande e potente in grado di sollevare fino a 44.000 libbre (20.000 kg) su LEO. Il Terran R sarà anch’esso costruito tramite stampa 3D e verrà utilizzato per lanci di carichi utili più pesanti.

Nonostante il fallimento del lancio, Relativity Space è convinta che il successo di GLHF dimostri la fattibilità dell’utilizzo della stampa 3D nella produzione di razzi. La società mira a ridurre i costi e il tempo di produzione utilizzando la tecnologia di stampa 3D, e Terran 1 è solo l’inizio del loro ambizioso progetto.

Con i contratti di lancio già firmati e l’ulteriore sviluppo del Terran R in corso, Relativity Space si posiziona come un’azienda innovativa e ambiziosa nel settore dei lanci spaziali.

Di Fantasy

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