nanoscultura-stampata-in-3d Jonty HurwitzNanosculture stampate in 3D: il corpo umano in pochi micron

Le sculture più piccole al mondo? Se ne stanno comodamente all’interno di una capocchia di spillo, quasi perdendosi in uno spazio che sembra immenso quanto un auditorium, mentre al contrario è quasi impossibile da distinguere a occhio nudo. Eppure, viste al microscopio elettronico, queste minuscole opere d’arte rivelano una completezza dei dettagli davvero stupefacente. Merito delle stampanti 3D che riescono ad arrivare a un dettaglio inferiore al micron. Nell’immagine qui sopra, la figura femminile viene anche poggiata su un capello umano, che risulta essere gigantesco quanto un’autostrada. Dopo il salto un’altra immagine.

L’ideatore di queste opere d’arte micro è Jonty Hurwitz e si è ispirato anche a sculture celeberrime come quelle di Antonio Canova come il suo Amore e Psiche del 1793 che possiamo vedere qui sotto. Ma come sono state ottenute queste mini sculture? Con un materiale fotosensibile sviluppato dall’Institute of Microsctructure Technology presso il Karlsruhe Institute of Technology in collaborazione con il Weizmann Institute of Science. La tecnica è soprannominata “multiphoton lithography” ossia litografia multifotonica” e può scendere a livelli impensabili fino a poco tempo fa.

Le stampanti 3D cambieranno il mondo partendo dalla casa
Stampa 3D: la rivoluzione casalinga

“La rivoluzione delle stampanti 3D sarà paragonabile a quella della nascita di Internet: cambierà le nostre vite”, ha promesso Francisco Rivas che è l’amministratore delegato della società Punch Tech, una delle realtà più interessanti di questo mondo in grande crescita. E la rivouzione partirà dalle case. Al Festival della Scienza e della Tecnologia di Washington D.C. si sono viste creazioni formate di soia che si possono anche mangiare e le protesi mediche anti rigetto. Ma il piatto forte sarà quello della creazione di qualsiasi componente a costo ridottissimo e senza produzione di scala così si potrà riparare ad esempio un qualsiasi oggetto senza dover gettare via quello danneggiato. Andiamo a scoprire le meraviglie del tridimensionale fatto in casa nel video qui sopra e scopriamo tutte le innovazioni più intriganti e come funziona questa tecnologia (con relativi lati oscuri) dopo il salto.
Mano stampata in 3D vs protesi classiche: non c’è sfida

Ciò che è più caro è migliore? Non sempre, chiedetelo a Jose Delgado, Jr., che in questo filmato ci mostra quanto una mano stampata interamente con le 3D printer, con una spesa di 50 dollari, sia molto più efficace e efficiente di una protesi classica (mioelettrica) da ben 42.000 dollari. José ha 53 anni ed è nato senza la parte finale del braccio sinistro, ha da sempre usato protesi per afferrare oggetti: una di queste comunica con i nervi nel braccio per aprire e chiudere le dita. Con la variante 3D chiamata e-NABLE si passa a una soluzione metallica con fili non flessibili che terminano nella zona del polso facendo sì che quando si è in posizione di riposo le dita risultano aperte mentre quando si ruota di 20-30 gradi il polso si chiudono. E’ proprio vero che le stampanti 3D salveranno il mondo.
Come funziona la stampa 3D?

Vi serve un oggetto e non sapete dove trovarlo? Perché non crearlo con una stampante 3D? Non si tratta di fantascienza, ma della nuova frontiera della stampa che, dal piatto di un foglio A4, si trasferisce sulla materia plasmabile, dando vita dal nulla ad oggetti che sembrano usciti da una fabbrica. Il sogno di ogni patito del ‘fai da te’ che, in una linea di pensiero estrema, non ha più bisogno di comprare nulla per realizzare i suoi progetti. Il maker del nuovo millennio necessita solo di una stampante 3D, di un progetto e delle competenze necessarie a creare un oggetto da zero.
Stampa 3D: una rivoluzione democratica

La rivoluzione della stampa in 3D non è solo tecnica ma anche sociale: basta avere un’idea, anche la più ardita, e seguendo i giusti passaggi è possibile trasformarla in realtà. Quali sono questi passaggi? Innanzitutto riuscire a formulare l’idea in termini tecnici, in modo da potere accedere al secondo step, ovvero la programmazione. Il progetto deve essere codificato attraverso software specifici, tipo CAD, in modo da essere leggibile dalla macchina attraverso un codice di programmazione. La stampante, ricevute le istruzioni e alimentata con i materiali adatti, riuscirà a leggere il codice e a trasformalo in un oggetto concreto, plasmando la materia strato su strato.
Luci e ombre della tecnologia
Il bello di questa tecnologia è che si possono utilizzare i materia più disparati, e persino realizzare tutte le componenti che servono poi a costruire oggetti complessi. In questo modo le possibilità sono davvero infinite, e si passa dalla goliardica copia in miniatura di se stessi alle sculture artistiche. L’utilizzo più promettente è quello medico, perché sono già state realizzate protesi a basso costo da poter utilizzare nelle zone di guerra o, addirittura, un cuore artificiale per un trapianto di nuova generazione. C’è poi chi ha già pensato di esplorare il lato oscuro della stampante 3D, costruendo armi da fuoco e persino bombe… tutte perfettamente funzionanti.
Il futuro prossimo delle stampanti 3D
Anche se le stampanti 3D al momento si stanno diffondendo soprattutto nei poli industriali, visto il costo ancora elevato, ben presto potremo vederle nelle case come le normali stampanti su carta. Per questo, ancora una volta vogliamo sottolineare che il vero problema non è l’avanzare della tecnologia ma l’utilizzo che l’essere umano decide di fare delle nuove invenzioni. Ma che competenze tecniche bisogna avere per cimentarsi con la stampa in 3D? Praticamente nessuna, visto che online si trovano progetti codificati già belli e pronti da dare in pasto alla macchina.

Diego Barbera da nanopress.it

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