replicator 2xOgni tanto la riproponiamo come un cult

Stampanti 3D, quali modelli comprare e prezzi

Se ti stai appassionando alle stampanti 3D e non sai quali modelli scegliere ecco la guida che fa per te, realizzata da Wired.

Siamo in un mercato ancora di nicchia dove dominano, per ora, modelli con costi piuttosto elevati. Ma com’è accaduto per gli i-Pod, i-Phone, i-Pad etc, il cui prezzo negli anni si è notevolmente ridotto, così sta succedendo anche per le stampanti 3D.

Qual è la macchina che fa per te? Tutto va calibrato in base a esigenze, caratteristiche, prezzo e obiettivi finali.

Ecco i modelli più interessanti, secondo la guida realizzata da Wired.

Replicator 2x

Svelata all’ultimo CES di Las Vegas, è un po’ l’ammiraglia dell’intero settore, nonché la battistrada per storia e assetto complessivo. Rispetto alla precedente Replicator 2 fa un salto sia esteticamente che per caratteristiche: 100 micron di risoluzione, sfoggia un volume di stampa più ampio (25x15x15 centimetri, il meno cubico delle stampanti fin qui presentate) e il doppio ugello le consente un sacco di manovra in più. Non solo stampa in due colori, ma stampa anche due oggetti uguali contemporaneamente e fa uso di plastiche come ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene) e PLA (la cosiddetta bioplastica) di densità diverse per realizzare strati e livelli più raffinati. Il problema è l’attesa e il costo: dal momento dell’ordine, c’è da aspettare un paio di mesi. Si può trovare sul negozio ufficiale online – se non hai la fortuna di visitare il nuovissimo store newyorkese della Makerbot – sganciando subito circa duemila euro. La classe si paga.

Wired: hai la Ferrari delle stampanti 3D

Tired: costa (ancora) troppo

Solidoodle 3

Arrivata a stretto giro dopo la Replicator 2 – e prima dell’ultima 2x – la neonata della Solidoodle fa paura non tanto per le caratteristiche (area di stampa 20x20x20 centimetri, la più grande in circolazione per questa fascia di prezzo) quanto perché è forse la più indicata per i principianti. Insomma, per chi fino a ieri non sapeva che fosse possibile farsi una bella cover per iPhone in casa. Semplicissima da usare, in sostanza la colleghi all’alimentatore e inizi a sfornare i tuoi oggetti. Il design è decisamente da combattimento, il volume di stampa è intermedio, ma sfoggia un pizzico di precisione in più. E poi il prezzo: compri qui la versione precedente a 380 euro e la terza generazione a 600 euro. Sotto questo profilo, non è quasi più un investimento, ma uno sfizio.

Wired: il prezzo, decisamente prêt-à-porter

Tired: il design, davvero poco catchy

Makergear M2

Con Makergear si entra di botto nel segmento SUV della stampa 3D. Seguito della già discreta Mosaic, firmata dall’azienda omonima, è perfetta – nel suo design in alluminio anodizzato, solido, essenziale e di stile – per chi voglia lanciarsi immediatamente su prodotti e creazioni più pretenziosi. Il volume di stampa è infatti di 20,3x25x20,3 centimetri, fra i più elevati in una fascia di prezzo che, in fondo, vuole appena 150 euro più delle piccolette: 1350 euro sullo store ufficiale, già assemblata. Risoluzione notevolissima a 0,02 millimetri. E puoi stamparci anche senza computer, leggendo i file da una scheda di memoria SD. Senza contare che è anche open source. Insomma, una vera bomba per chi ha già la testa piena di idee. La nostra preferita.

Wired: tutto, ma in particolare il volume di stampa

Tired: forse il design, per alcuni magari troppo scarno

Printrbot Lc

Brook Drumm, il suo inventore, l’ha battezzata “la tua prima stampante 3D”. Modesto, il pelato: le ambizioni della Printrbot possono infatti dirsi anche un po’ più elevate. Il volume di stampa è 15,24×15,24×15,24 centimetri, intermedio rispetto alle concorrenti, anche quelle interne (dopo il clamoroso crowdfunding da 800mila dollari su Kickstarter, l’azienda ne ha prodotti vari modelli, fra cui la Printrbot Jr. e la Printerbot Plus). Sta già riscuotendo un certo successo internazionale (distribuita in circa 1500 città di 55 Paesi) anche perché il prezzo rende la Lc e le sue sorelle fra le più vantaggiose nel rapporto con la qualità: 500 euro sul negozio ufficiale. Ma c’è da aspettare dalle due alle tre settimane.

Wired: imbattibile rapporto qualità/prezzo

Tired: il design, davvero troppo scarno

Type A Machines: Series 1

È una delle più chiacchierate nelle community degli sfegatati del 3D. E forse può tornare buona anche per chi si avvicina per la prima volta. Occhio, però, perché l’area di stampa è davvero grande: 22.9×22,9×22,9 centimetri, più della Makergear M2, e la struttura, per tenere il prezzo basso, è rimasta in compensato. Non il massimo come la risoluzione, che invece raggiunge i 0,05 millimetri. Quanto al resto, si capisce perché intrighi tanti: open source, gira anche con Linux, e sfrutta tre filamenti diversi (ABS, PLA e PVA: polivinil-acetato). Il prezzo è appena sotto la media, ma vantaggioso per quello che ci si può tirare fuori: mille euro sul sito ufficiale.

Wired: il gusto fai-da-te sposato a un ottimo volume di stampa

Tired: il compensato la rende forse meno attraente e resistente

SeeMeCnc H1.1

Per chiudere, la formula do it yourself va anche difesa nel suo livello di complicatezza tecnica. Il SeeMeCnc è in realtà un kit per costruirsi una stampante open source da soli. In ogni caso, una volta assemblata la macchina, il volume di stampa non supererà quello della Printrbot Lc: 15,24×15,24×15,24 centimetri. Tuttavia, supporta anche Linux, stampa in plastiche ABS, PLA e PVA. Ne viene fuori una macchina da combattimento super low-cost (145 euro qui, anche se al momento è fuori dallo stock: appena se ne accumula un certo quantitativo te lo spediscono in due settimane). Consigliato solo ai veri fanatici.

Wired: fai davvero tutto da solo

Tired: potresti non uscirne mai

Da Vinci 3D Printer

Difficile trovarne di più economiche in giro: la nuova Da Vinci di XYZprinting arriva già montata e completa e può sfornare in ABS oggetti intorno ai 19 x 19 x 19 cm (risoluzione 100 micron). Si tratta del modello entry level, visto che ne esistono anche versioni 2.0 e 2.1, in grado di stampare in PLA con due ugelli, per produrre in doppio colore. In arrivo a marzo e già in preordine.

Wired: costa 370 euro, cos’altro aggiungere?

Tired: ah sì, ecco: è brutta.

PowerWasp

Più di una stampante, quasi un mini Fab Lab da tavolino con cui stampare, certo, ma anche fresare (legno, anche multistrato, materiali polimerici, alluminio fino a 10 mm, circuiti PCB), incidere, tagliare e dare un corpo alle tue idee. Stampa in PLA, nylon, Abs e molti altri materiali. L’area di stampa è 26 x 19,5 x 21cm (risoluzione 50 micron).

Wired: è un vero laboratorio.

Tired: non è proprio per tutti.

Sharebot NG

Nuova generazione anche in casa Sharebot, frutto dell’esperienza raccolta attraverso le precedenti Sharebot Kiwi e Pro. Ugelli da 3,5 mm e scocca in acciaio Inox, ha un monitor LCD integrato e un’area di stampa da 25 x 20 x 20 cm, con risoluzione da 0,05 mm. Può sfruttare moltissimi materiali, dalla classica PLA (nelle varianti Brick o Wood) fino a nylon e gomma. A breve anche connessione wireless.

Wired: buon rapporto qualità/prezzo.

Tired: secondo estrusore disponibile solo come opzione.

Kentstrapper Volta

La famiglia Cantini la conosciamo benissimo: l’ultimo arrivo da Firenze è Volta, nata con l’obiettivo di andare oltre l’impostazione “a cubo” della maggior parte delle macchine simili, per avere un’ area di stampa maggiore (26 x 28 x 19 cm, dimensioni complessive 48 x 40 x 45 cm) oltre che un’ottimizzazione dei costi di produzione e spedizione. Più stabilità in fase d’uso, veloce da montare e precisa nella stampa: risoluzione fino a 100 micron, ma si spinge anche a 60 grazie al rinnovato apparato di estrusione.

Wired: se te la vai a prendere a Firenze ti fanno un corso di formazione gratuito.

Tired: forse si poteva tagliare il prezzo ancora un po’.
da infiltrato.it

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