La decisione del gruppo ARMOR di ritirare la sua controllata KIMYA dal mercato della stampa 3D rappresenta una battuta d’arresto per il settore dei polimeri ad alte prestazioni. KIMYA era rinomata per la produzione di filamenti affidabili come PEKK e policarbonato, materiali apprezzati per la loro robustezza e precisione in applicazioni industriali avanzate. Aziende come Stratasys, Ultimaker e AON3D si affidavano alla qualità e alla versatilità dei materiali prodotti da KIMYA.
Un ruolo chiave nelle industrie specializzate
KIMYA aveva saputo distinguersi soprattutto in settori di nicchia. Un esempio significativo è lo sviluppo di un filamento personalizzato in PEKK destinato al settore ferroviario, utilizzato per la produzione di pezzi di ricambio. Grazie a rigorosi controlli di qualità e a soluzioni innovative, l’azienda era riuscita a soddisfare le esigenze di mercati altamente regolamentati e complessi.
Le sfide del mercato dei polimeri avanzati
Nonostante queste competenze, il ritiro di KIMYA è legato alle difficoltà del mercato della stampa 3D di fascia alta. La diffusione limitata di stampanti in grado di lavorare con polimeri avanzati è stata identificata come uno dei principali ostacoli. Sebbene la domanda di macchinari in grado di processare materiali complessi stia crescendo, il mercato deve ancora superare sfide come la carenza di competenze specialistiche in scienza dei materiali e ingegneria. Questi fattori rendono difficile utilizzare in modo economicamente vantaggioso materiali costosi come quelli offerti da KIMYA.
Conferma e riflessioni di ARMOR Group
Il 24 novembre, il presidente di ARMOR Group, Hubert de Boisredon, ha confermato la chiusura delle attività di KIMYA attraverso un annuncio su LinkedIn. Dal 2017, ARMOR aveva investito circa 15 milioni di euro in questa divisione, puntando a un tasso di crescita annuo del 30-40%. Tuttavia, lo sviluppo del mercato non ha rispettato le aspettative, complicato anche dalla crisi economica e dal calo delle vendite di nuove stampanti.
De Boisredon ha sottolineato che ARMOR continuerà a investire in industrie innovative che apportano benefici alla società. La decisione di chiudere l’attività avrà un impatto su 15 dipendenti, che ARMOR si impegna a supportare nel processo di transizione verso nuove opportunità lavorative.
Un addio che solleva interrogativi sul futuro
La chiusura di KIMYA evidenzia le difficoltà strutturali del settore della stampa 3D avanzata, ma lascia anche un vuoto significativo nel mercato dei materiali ad alte prestazioni. Resta da vedere come le industrie specializzate colmeranno questa lacuna e come il settore evolverà per affrontare le sfide legate ai materiali e alle competenze richieste.