Koobz e la nuova frontiera della produzione calzaturiera negli Stati Uniti
Origini dell’azienda e profilo del fondatore
Nel 2023 l’imprenditore polacco Kuba Graczyk ha dato vita a Koobz, con l’obiettivo di riportare negli Stati Uniti la produzione di calzature ad alto valore tecnologico. Dopo aver fondato NXT Factory e averne seguito l’acquisizione da parte di Nexa3D, Graczyk ha scelto di mettere a frutto la propria esperienza nel settore della stampa tridimensionale per creare un processo produttivo snello, flessibile e in grado di adattarsi alle richieste del mercato interno.
Dettagli del round di finanziamento
La startup californiana ha da poco concluso un ulteriore apporto di capitale da 6 milioni di dollari, portando il totale raccolto a quota 7,2 milioni, comprensivi dei fondi ottenuti lo scorso autunno. A guidare il finanziamento è stato Uncork Capital, affiancato da Cake Ventures, Antler, V1.vc, Karman Ventures, Pathbreaker Ventures e Anorak Ventures. Gli investitori hanno manifestato interesse per la capacità di Koobz di coniugare tecnologie avanzate – come la stampa 3D e l’intelligenza artificiale – con un ritorno alla manifattura locale, elemento strategico in risposta alle tensioni sui dazi tra Stati Uniti e Cina.
Piano di crescita industriale
Grazie a queste risorse, Koobz intende espandere il proprio organico da 15 a 40 dipendenti entro fine 2025 e raddoppiare la flotta di stampanti 3D, arrivando a 100 macchine operative. Il primo passo consiste nel trasferimento in un impianto di 10.000 piedi quadrati, preludio a un futuro stabilimento capace di ospitare fino a 5.000 dispositivi. Il modello di produzione on-demand eliminerebbe la necessità di enormi scorte di magazzino e di stampi tradizionali, accorciando i tempi di consegna e riducendo gli sprechi.
Impatto delle politiche commerciali
L’introduzione di nuovi dazi sulle calzature importate è stata una svolta: per molte aziende, disporre di una capacità produttiva interna è diventato un imperativo. Secondo Graczyk, “Il momento in cui sono entrate in vigore le tariffe ha acceso le richieste di collaborazione da parte di marchi desiderosi di mitigare l’incertezza economica.” In tal senso, Koobz si posiziona come partner strategico per i brand che vogliono mantenere la propria produzione nel territorio statunitense.
L’evoluzione della stampa 3D nella calzatura
Il settore calzaturiero ha iniziato a esplorare le potenzialità dell’additive manufacturing già da alcuni anni: marchi di alta moda hanno sperimentato tirature ridotte di modelli dal design complesso, mentre realtà come Hilos e Elastium hanno lanciato modelli in piccola serie utilizzando tecniche di fusione a letto di polvere. Un passo avanti significativo è rappresentato dalla scarpa con suola lattice presentata da Adidas attraverso la sua app Confimed, un esempio di come le grandi aziende stiano ancora valutando il potenziale di queste tecnologie. Nike, pur avendo brevettato diverse soluzioni additiva, non ha ancora introdotto sul mercato una proposta completamente stampata in 3D.
Prospettive per il made in USA
Da un lato, il costo della manodopera e dei materiali per la stampa 3D supera spesso quello dei processi convenzionali offshore; dall’altro, il valore aggiunto offerto da prodotti personalizzabili e a bassa impronta logistico-ambientale sta cambiando l’equazione economica. Nel corso dei prossimi anni, se il mercato dimostrerà di apprezzare la possibilità di scarpe su misura, con tempi di produzione ridotti e minori rimanenze, nuovi marchi emergenti – come Koobz – potrebbero guadagnare quote significative. In questa fase, la risposta definitiva spetta alle scelte dei consumatori, abituati alla rapidità di approvvigionamento e alla varietà di stili.
